Il ruolo di geni e proteine
Il profilo molecolare e i test

A oggi sono state identificate oltre 12 mutazioni genetiche correlate al NSCLC, alcune delle quali sono più comuni di altre. 1

Tali mutazioni possono insorgere in tutte le diverse forme di NSCLC, ma è stato osservato che sono più frequenti in alcuni specifici gruppi di pazienti. 1

Conoscere la presenza di queste mutazioni è fondamentale per poter scegliere il trattamento più adeguato ed efficace. 1

INCIDENZA DI MUTAZIONI SPECIFICHE NELL’NSCLC 1

EGFR
Il gene controlla una proteina chiamata recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR) coinvolta nella regolazione della crescita e proliferazione della cellula. È più comune nei pazienti donne, non fumatori, con adenocarcinoma. 1

ALK
È il gene che codifica per la chinasi del linfoma anaplastico; quando è presente tale mutazione due geni si fondono insieme per crearne uno nuovo. Tale mutazione è presente in persone che non hanno mai fumato o hanno ceduto raramente al fumo. È una mutazione molto comune in persone cinquantenni e negli uomini. 1

HER2
Quando questo gene è mutato le cellule tumorali sono spinte a crescere. Questa mutazione si riscontra soprattutto nelle donne e in persone che non hanno mai fumato o hanno fumato raramente. 1

ROS1
Questa mutazione è simile a quella ALK per quanto riguarda le popolazioni colpite: cinquantenni e non fumatori. 1

KRAS
Questo gene permette che venga prodotta una proteina chiamata K-Ras che aiuta le cellule a crescere e a dividersi. 1

NTRK
In coloro che hanno questa mutazione il gene NTRK si fonde con altri geni e non ci sono caratteristiche specifiche negli individui in cui viene trovata: sia fumatori che non e di ogni fascia d’età. 1

RET
Letteralmente è il «gene riarrangiato durante la trasfezione» ed è particolarmente comune nei soggetti non fumatori. 1

PD-L1

Il ligando di morte programmata 1, o PD-L1, è una proteina coinvolta nei meccanismi che il tumore mette in atto per sfuggire alle difese immunitarie del corpo. 2 Per decidere come trattare al meglio un tumore e a quali terapie è possibile sottoporre il paziente è importante valutare in che misura questa proteina è presente nel tumore. 3

IL RUOLO DI PD-L1

Sulla superficie dei linfociti T, un particolare tipo di globuli bianchi è presente un recettore che, tramite il legame alla proteina PD-L1, riconosce se una cellula appartiene o meno al nostro organismo. 3 Il tumore, grazie alla presenza sulla superficie delle sue cellule di PD-L1, è in grado di legarsi ai linfociti e “mascherandosi” da una cellula dell’organismo, nascondendosi di fatto alle difese immunitarie. I linfociti perciò sono indotti a non riconoscere la cellula come tumorale e non danno avvio al processo di eliminazione delle cellule tumorali. 3 Per far sì che il sistema immunitario torni a riconoscere le cellule tumorali come non appartenenti al corpo si sono sviluppati dei nuovi farmaci detti anti-PD-L1. 3 Tali farmaci si legano a PD-L1 sulle cellule tumorali impedendogli di legarsi quindi ai linfociti che in questo modo possono riconoscere la cellula tumorale come estranea al corpo e attivare la risposta immunitaria. 3

I TEST PER LE MUTAZIONI GENETICHE

Per effettuare i test utili a identificare la presenza di eventuali mutazioni è necessario raccogliere un campione del tumore. Questo avviene con una delle seguenti modalità: 1

  1. Tramite broncoscopia, ossia prelevando un campione di tumore dal polmone, tramite un piccolo tubicino che si fa passare dalla bocca o dal naso (nessuna paura, si è anestetizzati per la procedura).
  2. Usando un sottilissimo ago che il medico inserisce direttamente dal petto (si può prelevare anche del liquido dai polmoni). Questa procedura è chiamata agobiopsia transtoracica.
  3. Una variante di quest’ultima procedura è la VATS, cioè la toracoscopia chirurgica video-assistita. Il medico, invece di inserire un ago nel petto, fa un piccolo taglietto e inserisce un tubicino con cui preleva il tessuto.
  4. A differenza della VATS, se il taglio viene effettuato in un punto specifico sopra lo sterno, parliamo di mediastinoscopia ma la procedura è simile.

Una volta ottenuto  il campione di tessuto tumorale, l’analisi delle mutazioni può essere condotta con le seguenti modalità:

  • Immunoistochimica: consente di evidenziare l’espressione di determinate proteine, definite marker tumorali. Serve il tessuto tumorale per fare questo tipo di test. 1
  • FISH: è un acronimo che indica un test di fluorescenza che ricerca specifiche variazioni nei geni. Per questo tipo di test può essere usato sia il sangue sia il tessuto proveniente dal tumore. 1
  • Test allele-specifico: è un test che permette di analizzare il DNA per una singola, specifica mutazione. 1
  • NGS: si tratta di un acronimo che indica ”sequenziamento genetico di nuova generazione” e permette di individuare mutazioni diverse, effettuando però il test una sola volta. È più veloce di altri test e si può effettuare sia su sangue sia su tessuto tumorale. 1

Bibliografia

  1. Gene mutations in Non-Small-Cell Lung Cancer. Disponibile al sito: https://www.webmd.com/lung-cancer/story/nsclc-gene-mutations
  2. Cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC). Guida ESMO per il paziente. Disponibile al sito: https://www.esmo.org/content/download/87433/1608958/1/IT-Cancro-del-Polmone-non-a-Piccole-Cellule-NSCLC-Guida-per-il-Paziente.pdf
  3. Caldwell C. et al. Sci Rep. 2017;7:13682
  4. Cancer Research UK. FISH testing. Disponibile al sito: https://www.cancerresearchuk.org/about-cancer/cancer-in-general/tests/fish